FDJ, Guarnieri si gode la nuova esperienza: “Sono molto contento di essere qui”
Jacopo Guarnieri è ormai parte integrante della FDJ di quest’anno. Il velocista lombardo, ma residente a Parma, è arrivato in Francia quest’inverno un po’a sorpresa: “Le cose che mi ha fatto prendere la decisione di unirmi a questa squadra, sono il desiderio di Marc Madiot di farmi firmare e quello di Arnaud (Démare) di avermi al suo fianco – racconta in merito alla sua scelta – Arnaud è già un grande corridore ma può ancora migliorare molto. Per me è una sfida, sono molto contento di essere qui. Per me, non è più piccola delle altre squadre dove ho lavorato. La FDJ è una squadra WorldTour come le altre. È ben organizzata, ci sono molti francesi, bisogna comprendere la loro mentalità ma non è un problema per me. Ho semplicemente una mentalità diversa. In passato, sono stato in squadre internazionali dove nessuna mentalità dominava sulle altre. Arrivando alla FDJ è stato un po’più difficile, ma tutti i compagni sono bravi con me, nonostante il mio francese. In ogni caso, sapevo a cosa andavo incontro” ammette senza tentennamenti.
Nel corso della preparazione invernale “è stata una sorpresa vedere come la squadra lavora” e che, nonostante da fuori possa assomigliare a “una grande famiglia”, vista da dentro “è molto professionale” collocandosi come “esemplare” nel ciclismo attuale. Guarnieri non se la sente di fare un paragone con la Katusha, ma si sente di ammettere che “qui sono veramente professionali. C’è molto lavoro a tutti i livelli. L’allenamento, il monitoraggio, la dieta. Tutto”.
Dal punto di vista tecnico, spera che l’esperienza maturata negli anni al servizio di Guardini e Kristoff possa essere cruciale in una squadra piuttosto giovane: “Spero che la mia esperienza in questo ruolo permetterà a tutta la squadra di migliorare e di fare un buon lavoro alla Parigi-Nizza, Giro di Svizzera, Tour de France…”, mentre alla Milano-Sanremo è diverso: “Ci vuole solo la gamba”. Non mancano poi le lodi per il capitano: “Arnaud è meno veloce di Kittel, Groenewegen o Cavendish quando il percorso è semplice e la volata è lanciata. Sui percorsi movimentati, con piccoli strappi, è però a livello dei migliori” assicura.
Il suo programma prevederà quindi una stagione delle classiche al fianco di Démare, con un pensiero speciale alla Parigi-Roubaix che definisce “la più bella corsa del Mondo”, il Tour de France e poi, forse la Vuelta: “Ho chiesto di fare la Vuelta da capitano, è un passaggio importante. Il mio primo compito è quello di aiutare Arnaud ma sono contento anche di pensare a me stesso ogni tanto” prosegue, ammettendo di non voler parlare del Giro d’Italia: “Ho firmato con la FDJ per fare il Tour, non il Giro”.
Nulla sarebbe possibile senza l’intraprendenza di Marc Madiot, che lui definisce “una persona speciale” che “ama molto il ciclismo” e che, soprattutto, è una persona “diretta” come lui: “Se domando qualcosa, con lui la risposta è sì o no. Non un forse o un vedremo. Lui sa quello che può o non può fare“.
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